Gli occhi, le nostre finestre sul mondo, uno dei nostri cinque sensi, verosimilmente il più prezioso, è indispensabile per compiere la stragrande maggioranza delle nostre azioni quotidiane.
È grazie alla vista che siamo in grado di distinguere le distanze, i colori, le forme e tutto ciò che appartiene al mondo che ci circonda.
La nostra visione è binoculare e ciò consente quella stereoscopica dunque tridimensionale.
Per dirla con i numeri l’80% delle informazioni, che ci servono per vivere, le dobbiamo alla nostra vista, agli altri sensi dobbiamo il restante 20 %.
I nostri occhi, un appendice del cervello, sono ancora oggi, in gran parte misteriosi per la stessa scienza.
Molto spesso la nostra vista ha difetti (6 italiani su 10 hanno difetti visivi),
corretti con gli occhiali o le lenti, unici strumenti attualmente a disposizione. In realtà, senza la pretesa di sostituire il medico specialista, lo yoga può essere di grande aiuto.
In questo articolo approfondirò quanto sopra citato, sapere è, indubbiamente, il primo passo verso la prevenzione e la cura.
Buona lettura!
Indice
Cenni sull’anatomia dell’occhio
Iniziamo con il descrivere come è fatto l’occhio umano detto anche bulbo oculare.
Esso è un vero e proprio organo, estremamente complesso e formato da milioni di cellule. È un corpo cavo di forma sferica, ben protetto nell’orbita oculare della scatola cranica.
È composto di due parti separate dal cristallino.
Nella parte anteriore c’è l’umore acqueo, un fluido trasparente posto tra il cristallino e la cornea, e nella parte posteriore l’umore vitreo un tessuto connettivo gelatinoso, incolore e trasparente, che si trova tra il cristallino e la retina.
Il cristallino è un corpo convesso, trasparente ed elastico situato dietro l’iride e la pupilla.
L’iride è un muscolo dal colore variabile, la pupilla è il piccolo foro nero al centro dell’iride.
La cornea è la membrana trasparente che ricopre la parte anteriore dell’occhio, ed è la parte più esterna di esso. È attraverso la cornea che è possibile intravedere l’iride e la pupilla.
L’occhio è rivestito da tre tuniche: sclera, uvea e retina.
- La sclera, o bianco dell’occhio, è una membrana fibrosa opaca, formata da collagene e fibre elastiche.
- L’uvea è una membrana vascolare dell’occhio, è il suo rivestimento mediano ed è composta dall’iride, dal corpo ciliare che è anch’esso un muscolo e dalla coroide che è una lamina ricca di vasi sanguigni.
- La retina è la membrana più interna dell’occhio, è molto complessa e composta da cellule recettoriali e fotoricettori chiamati coni e bastoncelli.
Ci sono poi importantissimi quanto delicatissimi e sensibili muscoli volontari e involontari, collegati alla sclera.
La fisiologia dell’occhio in breve
Grazie ai nostri occhi siamo in grado di vedere il mondo esterno e il modo in cui ciò accade è estremamente affascinante. Il meccanismo degli occhi è molto simile a quello di una macchina fotografica le cui componenti, sopra descritte, hanno delle loro peculiari funzioni, tutte importanti e necessarie, affinché questo meraviglioso organo funzioni e la vista ci sia consentita.
In realtà l’occhio non vede le cose, bensì la luce che le colpisce. Le immagini, così come le conosciamo, si formano altrove, dopo essere state codificate e ricostruite.
Vediamo il meccanismo della vista, esaminando dapprima le funzioni delle singole parti che compongono i nostri occhi.
- La cornea è la prima tappa che fa la luce nel suo viaggio verso il cervello. Essa è preposta ad una prima messa a fuoco. Un suo difetto può determinare una proiezione non corretta dell’immagine sulla retina.
L’iride e la pupilla consentono il passaggio della giusta quantità di luce, in base all’illuminazione dell’ambiente esterno si dilatano o meno, proprio come fa il diaframma di
una macchina fotografica. - La pupilla è la seconda tappa della luce dopo che è stata intercettata dalla cornea.
Appena la radiazione la colpisce essa comincia a contrarsi o a distendersi al variare dell’intensità della luce. A proteggerla dai raggi UV è l’iride.Il cristallino, trasparente ed elastico, è un vero e proprio zoom, una lenta capace di modificare la curvatura di ciò che stiamo osservando perché avvenga la messa a fuoco.
- La retina è l’ultima tappa del viaggio della luce, in essa si forma l’immagine rovesciata, è qua che l’impulso luminoso si trasforma in impulso nervoso/elettrico. Grazie al nervo ottico l’impulso nervoso giunge al diencefalo. Il passaggio successivo è verso la corteccia cerebrale dove gli impulsi nervosi vengono elaborati fino a diventare l’immagine come noi la conosciamo.
Gli occhi e la mente
A questo punto è chiaro che la nostra vista è, tra i nostri 5 sensi, il più importante, quello che ha le maggiori connessioni con il cervello e che determina la maggior parte dei nostri comportamenti.
Nel corso della sua evoluzione l’uomo ha sempre più perfezionato la sua
vista, a volte anche a scapito di altri sensi.
Secondo studi ufficiali i difetti della vista sono congeniti oppure dovuti ad alterazioni del cristallino. Durante il 1900 i vizi refrattivi sono stati considerati meccanicistici e organicistici. Al contempo, però, molti altri studiosi e terapeuti, avevano parlato di disturbi visivi psicogeni e dimostrato che la vista può migliorare.
Purtroppo invece, gli specialisti, molto spesso, dicono ai loro pazienti che non potranno più guarire e neanche migliorare, notizia molto avvilente e non del tutto veritiera. Sarebbe molto più salutare per il paziente sapere di potersi prendere cura di se e di avere una opportunità di migliorare la sua vista.
Ci sono casi in cui migliorare l’alimentazione e la respirazione, stare all’aria aperta e in ambienti bene illuminati ed areati, esprimere la
propria personalità e fare attività fisica, ampliare i propri orizzonti e liberarsi dagli schemi per vedere e sentire in modo nuovo, può migliorare notevolmente una vista difettosa.
La consapevolezza e l’allentamento delle tensioni possono fare tantissimo nell’affiancare le cure mediche.
La vista è influenzata dai muscoli dell’occhio che, come tutti gli altri muscoli del corpo, si contraggono, modificando la capacità visiva del soggetto.
Imparare a rilassarli grazie allo Yoga è molto importante, al fine di contrarli soltanto quando è necessario. Imparare a togliere gli occhiali ogni volta che non sono necessari e utilizzarli nel modo corretto quando si indossano, è necessario per dare una tregua agli occhi, lasciarli al naturale
eliminando confini e spaziando libera-mente.
Si sappia che spesso un difetto visivo può essere transitorio e essere conseguenza di un forte stress sia in un adulto che in un bambino, per cui non sempre è necessario ricorrere agli occhiali ma piuttosto a fonti più naturali di terapia, per ripristinare la salute degli occhi e una fonte potrebbe essere proprio lo Yoga.
Yoga per gli occhi
Quanto sopra descritto, lo Yoga lo mette in pratica e tutti lo possono sperimentare.
A mio avviso vale la pena provare, d’altra parte non è la salute il nostro bene più prezioso?
Perché dunque non dedicare ad essa un pò del nostro tempo per avere cura di noi stessi soprattutto ancor prima che i problemi sopraggiungano?
Questa meravigliosa disciplina porta benefici a 360 gradi su chi la pratica. Perfino i piccolissimi muscoli degli occhi ne traggono beneficio.
Noi siamo corpo e mente e gli occhi, parte di noi, sono profondamente connessi sia al corpo sia alla mente. È questo il motivo per cui, per la salute dei nostri occhi, possiamo agire sia a livello fisico, direttamente su di essi e sia indirettamente a livello mentale.
Una delle prime cose da fare è quella di evitare le lenti ogni volta che non sono necessarie, per guarire dall’abitudine di portarle e iniziare a poterne fare a meno. Esse irrigidiscono l’occhio e possono portare a un peggioramento della vista, dunque come si suol dire è bene limitare il danno.
Osservare, osservarsi, proprio come si fa durante la pratica di Yoga.
Osservare per accorgersi che si inizia a vedere in modo nuovo, che la
vista cambia durante la giornata in base a varianti esterne ed interiori, in base allo stress accumulato e alla stanchezza, che addirittura la nostra volontà influisce su di essa o anche che si può guarire spontaneamente (W. H. Bates USA primi del 900).
Alleviare le tensioni psico-fisiche si è rivelata una cura straordinaria per la salute degli occhi e cosa meglio dello Yoga insegna a rilassarsi e a condurre una vita di qualità?
Rilassarsi non è semplice, ci vuole impegno e perseveranza ma i risultati arrivano. Agire su tutto il nostro essere riporterà la singola parte in salute e cosa più dello Yoga agisce su noi in modo completo? Corpo respiro e mente!
Imparare a rilassarsi è basilare, considerato che stare contratti non è affatto naturale ne tanto meno salutare. Sono importanti l’impegno e la perseveranza poiché lo Yoga è una disciplina.
Per la salute degli occhi si lavora sul tutto, compreso il respiro – spesso di scarsa qualità – e nel dettaglio sulla parte alta del corpo: collo, viso, bocca, spalle.
Puoi fare delle rotazioni sia con le spalle che con la testa al ritmo del tuo respiro ad esempio.
Due cose da fare, estremamente efficaci e al contempo a portata di mano sono:
- Contrai e rilascia i muscoli del corpo, sia uno ad uno sia di tutto il corpo contemporaneamente. Fare questo ti aiuterà ad entrare in contatto con ciò che significa contrazione e
rilassamento muscolare. - Fai una meditazione sul respiro: osserva il respiro nel suo fluire spontaneo sentendo l’aria che entra ed esce attraverso le tue narici. Fare questo migliora gradualmente la qualità del tuo respiro.
Il Trataka, la meditazione sulla candela, è una buona pratica per la salute degli occhi perché li purifica, li rafforza e ne corregge alcuni difetti. Al contempo questa pratica agisce sulla mente: gli occhi fissi e fermi,
rendono la mente fissa e ferma e, verosimilmente, è vero anche il contrario.
La pratica è molto semplice quanto potente:
- Metti una candela a un metro circa di distanza dai tuoi occhi e all’altezza di essi.
- Fissa la fiamma senza mai sbattere le palpebre. Per fare questo ci vuole esercitazione e volontà.
- Continua fin quando gli occhi iniziano a lacrimare e lascia che la lacrimazione avvenga abbondante. Dopodiché chiudi gli occhi e rimani in meditazione.
Anche il Palming è una pratica yoga benefica per gli occhi e la vista e al contempo calma la mente e rilassa il corpo. Quello che è un gesto spontaneo per alleviare una tensione, ossia portare le mani agli occhi, con il Palming diventa consapevole e volontario. Il Palming infatti consiste nel coprire gli occhi coi palmi delle mani. Procedi come segue:
- Porta le dita delle mani sovrapposte sulla fronte, i palmi delle mani vanno sugli occhi senza toccarli, la base dei palmi poggia sugli zigomi. Non deve filtrare la luce.
- Chiudi gli occhi e concentrati su ciò che vedi (lampi di luce, colori o forme, tutti fenomeni presenti) e sul tuo respiro. Persevera fino a quando il tuo campo visivo diventa di un nero compatto e profondo. Può accadere dopo alcuni minuti o dopo più tempo.
- Quando accade, togli le mani dagli occhi ma non li aprire, abituati gradualmente alla luce.
Puoi iniziare con il Trataka, il Palming e gli esercizi Yoga per la parte alta del corpo, con l’augurio che, quanto fin qui letto, ti stimoli ad approfondire l’argomento e soprattutto lo Yoga per gli occhi.
Conclusioni
Prima di concludere questo articolo voglio raccontare brevemente la mia esperienza personale: ai tempi del liceo feci la mia prima visita oculistica e mi prescrissero degli occhiali per vedere meglio da lontano. Comprai gli occhiali, ma non li misi mai.
Dopo tanti anni, proprio in questo periodo, ho fatto una nuova visita oculistica con il risultato che la
mia capacità visiva è rimasta invariata. Sostengo sia dovuto allo Yoga e alla vita sana che conduco.
Prova anche tu e fammi sapere se, come me, ottieni dei risultati conducendo una vita yogica :)
Se vuoi fare delle pratiche di yoga specifiche per gli occhi, vai sul mio profilo e contattami.
Om Shanti!