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Meditazione: cos’è, come praticarla e i suoi benefici

da | Dic 5, 2016

La meditazione è senza dubbio una pratica che, eseguita con costanza, offre grandi benefici sia a livello mentale che fisico.

Secondo me tutti dovrebbero concedersi qualche minuto ogni giorno per meditare e stare da soli con se stessi.

E’ incredibile quanto questo poco tempo passato da soli in compagnia delle nostre emozioni, delle nostre sensazioni, del nostro corpo e del nostro respiro possa aiutare a vivere meglio.

Ma che cos’è veramente la meditazione, come si pratica correttamente e quali sono i suoi benefici?

Scoprirai tutto questo e molto altro in questo articolo.

Premetto che non è affatto facile parlare di meditazione, sia per la complessità dell’argomento sia perché viene insegnata e praticata in molti modi diversi.

Quello che scriverò si basa sulla mia comprensione degli insegnamenti di Paramhansa Yogananda, di cui sono discepola, attraverso i suoi libri e le parole di uno dei suoi discepoli diretti, che ho potuto ascoltare ad Ananda Assisi, Swami Kriyananda.

“Nella preghiera parliamo a Dio, mentre nella meditazione ascoltiamo la Sua risposta”.

Swami Kriyananda

Buona scoperta della meditazione ;-)


Che cos’è la meditazione

che cose la meditazione

Spesso si dice “medito, sto meditando, ho meditato”, ma è un modo di dire improprio.

Infatti meditare non e’ un’azione ma uno stato della mente, in cui non siamo attivi ma ricettivi.

Tutto quello che abitualmente definiamo meditazione, in realtà sono diverse tecniche di concentrazione che predispongono la mente allo stato meditativo. È come se vuotassimo e poi lucidassimo una coppa perché questa possa accogliere un nettare prelibato.

Queste differenze sono ben evidenziate negli Yoga Sutra di Patanjali in cui è descritto il sentiero ad otto passi dello yoga.

La meditazione o dhyana e’ preceduta dal ritiro dei sensi all’interno o pratyahara, e dalla concentrazione o dharana. Il frutto della meditazione e’ il samadhi, l’unione dell’anima individuale con l’anima universale. Quella che in tutte le tradizioni spirituali viene definita estasi.

Una significativa definizione del processo della meditazione e del suo scopo, e’ contenuta nell’introduzione a “Meditazioni metafisiche” di Yogananda.

“Lo scopo della meditazione e’ quello di conoscere Dio, di unire la piccola gioia dell’anima alla vasta gioia dello Spirito. Meditazione e concentrazione non sono la stessa cosa. La concentrazione consiste nel liberare l’attenzione dagli oggetti di distrazione e nel focalizzarla su una cosa alla volta. La meditazione e’ quella speciale forma di concentrazione in cui l’attenzione e’ liberata dall’irrequietezza ed è puntata su Dio… La meditazione consiste in certi procedimenti fisici, psicologici e metafisici in grado di eliminare le perturbazioni dell’irrequietudine dalla “radio” mentale dell’uomo, che può quindi sintonizzarsi sull’Infinito.
Tutte le forme di meditazione comportano il soggetto che medita, il processo della meditazione e l’oggetto della meditazione stessa.
Lo scopo e’ quello di raggiungere la coscienza dello Spirito per mezzo di una calma, continua ed esclusiva attenzione, finché l’anima non sia immersa in una beatitudine senza fine”.

Sembra uno scopo irraggiungibile vero? E forse ci fa anche un po’ paura.

In effetti l’obiezione più comune è quella di dire “è impossibile! Appena mi siedo a meditare la testa mi si riempie di pensieri…”.

In realtà la nostra mente e’ sempre piena di pensieri, ma quando ci sediamo a meditare, ce ne rendiamo finalmente conto e compiamo il nostro primo piccolo passo verso la consapevolezza.


Aspetti filosofici sulla meditazione

aspetti filosofici meditazione

L’universo è fondato sul principio di dualità: ogni cosa esistente è bilanciata dal suo opposto (felicità/tristezza, salute/malattia, sazietà/fame…).

Le circostanze esterne sono, per loro natura, destinate a cambiare.

Quanto più attribuisco ad una circostanza esterna il potere di rendermi felice, tanto più sono destinato a sentirmi infelice quando questa circostanza, inevitabilmente, cambierà. In pratica, funziona come un pendolo che oscilla: più in alto arriva da un lato, più in alto dovrà arrivare anche dall’altro.

Come recita in più punti la Bhagavad Gita:

“Figlio di Kunti, il contatto con i sensibili elementari procura le sensazioni di freddo e di caldo, di piacere e di di dolore. O discendente di Bharata, accettale con pazienza: esse vanno, vengono, ma non durano”.

Bhagavad Gita, II, 14

“I piaceri nati da contatti esterni, in verità, generano la sofferenza, perché, o figlio di Kunti, hanno un inizio e una fine. L’uomo avveduto non prende in essi la propria gioia”.

Bhagavad Gita, V, 21

Il solo stato nel quale la gioia o altri sentimenti positivi non sono bilanciati dai loro opposti è lo stato di supercoscienza. Nel mio centro interiore, non c’è oscillazione del pendolo. Di conseguenza, piuttosto che cercare affannosamente l’appagamento, lo troverò calmando i sentimenti attivi e reattivi del cuore.

Sempre nella Bhagavad Gita si afferma:

“Col cuore libero dal l’attaccamento ai contatti esterni, egli trova in se stesso quella che è la sua vera felicità. Con l’anima unificata nell’unione col Brahman, egli gioisce di una felicità imperitura”.

Bhagavad Gita, V, 21

La meditazione è il procedimento per neutralizzare le onde del sentimento, liberando l’ego dal suo coinvolgimento con esse.

Andiamo a vedere le basi per praticarla correttamente.


Come si pratica la meditazione

come praticare meditazione

Per la meditazione, il primo requisito è tenere il corpo immobile, come afferma Patanjali negli Yoga Sutra, la posizione (asana) deve essere stabile e confortevole (sthira e sukha); le posizioni più indicate sono la posizione semplice o Sukhasana, la posizione perfetta o Siddhasana e la posizione del loto o Padmasana.

Sicuramente un ottimo cuscino da meditazione puoi aiutarti ad assumere queste posizioni più comodamente, riuscendo così a mantenerle a lungo.

Queste posizioni infatti:

  • aiutano a mantenere il corpo stabile
  • esercitano una leggera pressione su alcuni nervi, la quale induce una sensazione di calma a livello fisico;
  • aiutano ad elevare l’energia verso l’altro.

La posizione di meditazione è sostenuta a livello energetico da Maha Bandha, il mantenere i tre bandha: Muladhara (una chiusura a livello di genitali e ano), Uddiyana (con l’ombellico leggermente rientrato verso la colonna) e Jalandhara (con il mento leggermente verso lo sterno).

Non ti preoccupare però se non riesci a stare seduto in una di queste posizioni, si può meditare anche seduti su una seggiola o addirittura sdraiati in Savasana.

La posizione supina è da riservare solo al caso in cui siamo veramente impossibilitati a stare seduti, perché il rilassamento che deriva dalla concentrazione in questa posizione potrebbe facilmente indurci al sonno.

Se invece mediti seduto su una sedia, è importante non curvare e non appoggiare la schiena, in questo può aiutarti tenere i piedi ben appoggiati a terra e le gambe leggermente divaricate.

Per quanto possibile, bisognerebbe mantenere una certa stabilità del respiro unità all’immobilità del corpo. Infatti, anche il respiro è dualità, la sua coppia di opposti è costituita da inspirazione ed espirazione: è solo nella pausa fra le due fasi del respiro che il pendolo è completamente fermo.

Il secondo requisito è tenere la colonna vertebrale allungata ed eretta. Infatti, è lungo la spina dorsale astrale che si trovano i sette chakra principali, nei punti in cui si incontrano Ida e Pingala, due tra i più importanti canali in cui scorre il prana nelle sue due polarità: maschile e femminile, solare e lunare, attiva e passiva…

Per saperne di più sulle nadi, sui chakra e sui corpi sottili leggi anche: la fisiologia dello yoga.

Più riusciamo a dirigere la nostra energia in alto, lungo la colonna vertebrale, verso il cervello, più aumenta il nostro magnetismo. Più è forte il nostro magnetismo, più attiriamo positività, inclusa l’intuizione e la comprensione spirituale.

Quando ci liberiamo dai pensieri ossessivi, dalle abitudini autodistruttive, dall’identificazione con l’ego, risvegliamo la nostra energia e le permettiamo di scorrere nel canale centrale, Sushumna. Questo ci permette di realizzare appieno il nostro potenziale.

Per ottenere risultati, anche sul sentiero spirituale, è necessaria una certa disciplina, senza esagerare però.

Le due ali dello yoga sono volontà e abbandono. Dobbiamo usare la nostra volontà per decidere di iniziare a meditare e per mantenere l’impegno preso e applicarci regolarmente.

Ma se quando meditiamo ci mettiamo troppo sforzo o siamo troppo pieni di aspettative, non otterremo i benefici della meditazione.

I giusti atteggiamenti per trovare il proprio centro interiore, in linea con gli Yama e Niyama degli Yoga Sutras di Patanjali, sono: auto-accettazione e gentilezza.

Anche il posto in cui meditiamo riveste la sua importanza, anche se è possibile meditare ovunque e in qualsiasi momento.

L’ideale sarebbe poter ricavare un angolino tranquillo dedicato solo alla meditazione, e, se ci fa piacere, adornarlo con un immagine che per noi rappresenta il divino, candele, incenso, fiori. In questo modo, l’ambiente si impregnerà delle vibrazioni della meditazione e ci sosterrà nei nostri tentativi. Ti ricordo comunque che questo non è affatto necessario.

Allo stesso modo, per cooperare con le influenze magnetiche, l’ideale è meditare rivolti verso est. I momenti migliori sono all’alba e al tramonto, oppure a mezzogiorno e mezzanotte, quando il sole è allo zenit; anche i giorni degli equinozi e dei solstizi. Se non possiamo meditare in questi momenti, meditiamo comunque quando ci è possibile.

Se possibile, manteniamo sempre lo stesso orario per la meditazione, anche questo ci aiuterà a farla diventare un’abitudine. Come per le pratiche fisiche, è meglio praticare a stomaco vuoto.

La pratica spirituale (sadhana) per i discepoli di Paramhansa Yogananda

paramhansa yoganandaI discepoli di Yogananda praticano secondo questa sequenza:

  1. Esercizi di ricarica – per sciogliere il corpo e prepararlo all’immobilita’ e per risvegliare l’energia.
  2. Maha mudra – che lavora sempre a livello energetico.
    Canto e preghiera per accendere la devozione, perché la tecnica senza devozione è nulla.
  3. Pranayama per muovere l’energia vitale, calmare il sistema nervoso, ritirare l’energia dai sensi e rivolgerla all’iinterno
  4. Tecniche di concentrazione (Hong Sau, Kriya).

Per saperne di più su queste tecniche puoi leggere anche questo articolo: Paramhansa Yogananda e la via del kriya yoga.

Esistono moltissimi altri tipi di meditazione e di pratiche spirituali nelle varie tradizioni: concentrazione sul respiro, meditazioni guidate, trataka su candela, meditazione buddhista, meditazioni usando i mantra come ad esempio OM,  meditazione con i mudra, meditazione camminata, la sadhana acquariana e moltissime altre meditazioni nella tradizione del kundalini yoga…

Non mi sento affermare che una pratica sia migliore di un’altra, ognuno deve trovare quella che più gli si addice.

Come diceva Yogananda, all’inizio del percorso spirituale è bene cercare, leggere, studiare vari insegnamenti. Ad un certo punto però, se vogliamo ottenere dei risultati, è bene scegliere un sentiero e approfondire le pratiche. Altrimenti sarebbe come cercare l’acqua scavando numerose buche superficiali ma senza scavare mai un pozzo.

Una volta saldi sul proprio sentiero e una volta approfondite le proprie pratiche spirituali, si può di nuovo cercare ispirazione e ottenere benefici anche da altre letture o incontri con altri maestri.

Per saperne di più sulla pratica ti invito a scoprire anche:


I benefici della meditazione

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La meditazione è un rimedio contro lo stress, utile anche per calmare stati d’ansia e per stabilizzare l’umore.

I suoi benefici, dimostrati da studi scientifici, sono molteplici:

  • Produce un ispessimento della materia grigia nelle aree cerebrali associate con la consapevolezza del proprio corpo e la compassione: di conseguenza ci aiuta a sviluppare relazioni armoniose.
  • Diminuisce il volume dell’amigdala, una regione associata allo stress e alla paura.
  • Aumenta la materia grigia nella corteccia prefrontale, responsabile di alcune funzioni cognitive come la concentrazione e la capacità decisionale.
  • Ha effetti antinfiammatori, in quanto promuove il rilascio di sostanze antinfiammatorie e riduce la produzione di sostanze che stimolano i processi infiammatori.
  • Ha effetti antidolorifici grazie ad una migliore connessione tra corteccia anteriore cingolata, associata a sentimenti negativi che amplificano la sensazione del dolore, e parti della corteccia prefrontale, responsabile di gran parte delle esperienze di consapevolezza corporea. Può pertanto essere utilizzata efficacemente nella terapia del dolore
  • Diminuisce la pressione del sangue, favorendo il rilascio nel sangue di acido nitrico, una sostanza che causa il rilassamento dei vasi sanguigni;
  • Può rallentare il processo di invecchiamento, migliorando l’attività, a livello cerebrale, dell’enzima telomerasi, che ricostruisce ed allunga i telomeri, sequenze di DNA situate alla fine dei cromosomi, impedendone così la senescenza.
  • Infine, la meditazione può essere più riposante del sonno e dare sollievo dai disturbi della menopausa.

Sono davvero tanti e credo siano sufficienti a spingerci a provare, ma non dimentichiamoci che tutti questi sono solo piacevoli “effetti collaterali”…

Se vuoi scoprire tutti i benefici della meditazione leggi allora questo articolo di approfondimento: Benefici della meditazione: perché meditare fa bene alla salute


Lo scopo del sentiero spirituale

Il sentiero spirituale

Lo scopo del sentiero spirituale è quello di elevare la coscienza umana approfondendo la consapevolezza della propria realtà.

In fondo, gli insegnamenti di ogni religione sono uguali tra loro, dal momento che rispondono alle esigenze profonde della natura umana.

Chi vive con gentilezza, amorevolezza, umiltà, sincerità – qualità universalmente riconosciute – è felice e in pace.

“Come rimane sempre pieno e in limiti immutabili l’oceano dove tuttavia le acqua non cessano di affluire, così colui nel quale sono rifluiti tutti i desideri, ottiene la pace suprema, non già colui che nutre desiderio su desiderio. L’uomo che, abbandonando tutti i desideri, va e viene, libero da attaccamento, non dice più ‘è mio’, ne ‘io, quegli accede alla pace”.

Bhagavad Gita, II, 70-71


Conclusioni

Come hai potuto capire la meditazione è molto di più che sedersi a gambe incrociate e va ben oltre lo stare seduti a occhi chiusi su un cuscino da meditazione.

Sedersi a meditare con costanza e stare da soli con noi stessi può portarci davvero molto lontano ed i benefici sono solo alcune delle tante cose che sperimenteremo lungo questo fantastico viaggio.

Scopri anche gli articoli articoli finora scritti sulla meditazione in questa sezione del blog.

Spero che questo articolo ti sia stato utile per saperne di più su cosa è veramente la meditazione, come si pratica e quali sono i suoi benefici. Se lo è stato, ti invito a condividere questo articolo cliccando sui pulsanti di seguito, così lo potranno leggere anche i tuoi amici che non conoscono ancora la meditazione.

Grazie e namaste :-D


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