Quante volte hai sentito il nome “Patanjali” in una classe di yoga o lo hai trovato in un libro, senza sapere chi fosse? Chi è questo filosofo indiano che viene spesso nominato mentre si canta un Mantra? Perché è così importante nello yoga?
Beh, mi dispiace dirlo, ma se fai yoga non puoi non sapere chi è Patanjali.
Non conoscere Patanjali per un praticante di yoga è come se un cristiano non conosce Gesù, come se un buddhista non conosce Buddha e come se un mussulmano non conosce Allah.
Solo per farti alcuni paragoni.
Abbastanza grave, no? :-D Dai scherzo, è del tutto normale se hai iniziato da poco tempo a fare yoga.
Comunque non preoccuparti se non sai molto su di lui perché potrai scoprirlo in questo articolo dove ti parlerò della sua vita e delle sue opere, in particolare degli Yoga Sutra.
Devi sapere che se lui non fosse esistito e se non avesse messo per iscritto i suoi insegnamenti, probabilmente non avresti conosciuto l’antica scienza dello yoga.
Patanjali è considerato il padre dello yoga perché è colui che ha dato il via alla diffusione dello yoga scrivendo gli Yoga Sutra, il testo per eccellenza dello yoga, che ha permesso che questa disciplina fosse tramandata.
Comprendere i messaggi degli Yoga Sutra di Patanjali e metterli in pratica significa trasformarsi in una persona profondamente colta e civilizzata.
Sei pronto/a a scoprire tutto su Patanjali?
Allora mettiti comodo/a e buona lettura. ;-)
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La vita e le opere di Patanjali
Storicamente si racconta che Patanjali sia vissuto intorno al 500 a.C. e che fu un filosofo e un grande maestro di Yoga.
Si dice che fu un anima evoluta che decise di reincarnarsi come essere umano per aiutare l’umanità.
Nella sua vita infatti, decise di sperimentare le gioie e i dolori della vita, e infine trovò un metodo per superare le sofferenze degli uomini, che mise per iscritto negli Yoga Sutra.
Però, prima di andare a approfondire la sua opera, vediamo brevemente la sua vita.
La leggenda della sua nascita
Un giorno Visnu, sdraiato su Adisesa, che era il signore dei serpenti e anche la sua carrozza, stava guardando la danza affascinante di Siva. I suoi movimenti fecero vibrare il corpo di Visnu che divenne sempre più pesante e che scosse Adisesa, al quale mancava il respiro.
Finita la danza il corpo si alleggerì e Adisesa chiese a Visnu cosa fosse successo.
Visnu gli spiegò che la grazia e la bellezza della danza di Siva avessero creato delle vibrazioni sul suo corpo rendendolo pesante.
Incantato da tutto questo, Adisesa espresse il desidero di poter imparare la danza in modo da poter danzare per la gioia di Visnu.
Colpito dalla sua richiesta Visnu predisse che Siva, per la sua devozione e compassione, lo avrebbe fatto incarnare in modo che avrebbe potuto danzare e aiutare l’umanità.
Pieno di gioia per queste parole, Adisesa si mise subito a cercare una madre che lo avrebbe accolto sulla terra. Presto ebbe una visione di una yogini chiamata Gonika, che in quel momento stava pregando per avere un figlio al quale trasmettere tutte le sue conoscenze dello yoga, e pensò che fosse la madre giusta per lui.
Un giorno Gonika, pensando che i suoi giorni sulla terra fossero quasi terminati, si mise a meditare sul sole, considerato come Dio sulla terra. Prendendo un po’ di acqua con le mani, fece a lui la sua ultima offerta e lo pregò di soddisfare il suo desiderio prima che fosse troppo tardi.
Quando riaprì gli occhi vide che nelle sua mani c’era un serpente (Adisesa) che si trasformò in essere umano e gli chiese di accettarlo come figlio.
Lei lo accettò e lo chiamo Patanjali. “Pata“significa caduto, mentre “Anjali” offerta ma anche mani giunte in preghiera.
Perciò il suo nome significa essere caduto sulle mani giunte in preghiera.
La sua vita
Anche sulla sua vita non ci sono fonti certe e quel poco che si sa sui di lui è solo leggenda.
Come la sua nascita, anche la sua infanzia non fu affatto ordinaria. Sembra che sia stato in grado di parlare perfettamente appena nato e subito si capì che non era un uomo comune.
Si narra che fosse in grado di conoscere perfettamente il presente, il passato ed il futuro, come i più grandi veggenti della storia.
Si racconta anche che avesse dei poteri straordinari e che un giorno ridusse in cenere alcune persone che lo avevano disturbato.
Sembra che fosse anche incredibile danzatore, infatti ancora oggi i danzatori indiani lo invocano e gli rendono onore. E’ anche considerato il santo protettore della danza.
Neanche sulla sua vita privata si sa molto. L’unica cosa di cui siamo venuti a conoscenza è che si sposò con Lolupa e vissero insieme fino a tarda età.
Le sue opere
Oltre agli Yoga Sutra, fu autore di altri due opere: un trattato di Ayurveda e uno di grammatica. Sembra che Siva stesso gli ordinò di scrivere queste opere.
La prima che scrisse fu il Mahabhasya, un opera di grammatica sanscrita, grazie alla quale allargò di molto il vocabolario di questa lingua.
Successivamente il trattato sull’Ayurveda dove esplorò attentamente la funzione e la struttura del corpo umano, come fare per ottenere il benessere fisico e mentale, e come diagnosticare e curare le malattie.
L’ultima sua opera invece, gli Yoga Sutra (di cui parlerò nel prossimo paragrafo), è un testo finalizzato all’evoluzione spirituale e mentale dell’uomo.
Le tre opere considerate nell’insieme trattano lo sviluppo dell’uomo attraverso il pensiero, la parola e le azioni.
Le opere di Patanjali sono seguite ancora oggi dagli yogi di tutto il mondo con lo scopo di sviluppare un linguaggio raffinato, un corpo in salute ed una mente evoluta.
Gli Yoga Sutra di Patanjali
Gli Yoga Sutra sono un opera concisa, di stile eloquente con il minimo di parole, ma con una ricchezza incredibile di significati. Sutra in sanscrito significa “aforismi” “versi” e si riferisce a come è stato scritto questo testo.
E’ un libro straordinario che “ci parla attraverso le ere” dell’arte, della scienza e della filosofia dello yoga.
Considerato come uno degli studi più profondi e illuminanti sulla natura umana e la ricerca della liberazione spirituale, i 196 sutra sono concisi, precisi ed incredibilmente profondi.
Ognuno contiene un enorme significato e guida passo passo il praticante verso una completa conoscenza della sua natura, perché è proprio questa che porta alla libertà.
In questa opera Patanjali copre tutti gli aspetti della vita come il corpo, la mente, l’anima, i principi etici e morali, le rinunce che il praticante dovrebbe mettere in atto e molto altro ancora.
Può essere divisa in 4 parti:
- Samadhi pada (sulla contemplazione): Patanjali apre questa opera definendo lo yoga ed movimenti della coscienza. E’ rivolto soprattutto a chi è già spiritualmente evoluto e spiega dettagliatamente il funzionamento della coscienza.
- Sadhana pada (sulla pratica): Nel secondo capitolo invece Patanjali scende al livello di chi non è spiritualmente evoluto per mostrargli e spiegargli la via da seguire. Qui si parla di tutte le otto discipline dello yoga e come queste servono al praticante per ridurre al minimo le sofferenze.
- Vibhuti pada (sulle proprietà e i poteri): In questo capitolo invece si parla dei doni che i praticanti di yoga possono sperimentare e di come si dovrebbe rimanere lontano dalle tentazioni continuando il proprio cammino.
- Kaivalya pada (sull’emancipazione e la libertà): In questa ultima parte invece vengono esposti i problemi filosofici che i praticanti devono affrontare durante lo studio e la pratica dello Yoga.
Ho letto questa opera molte volte e continuerò a farlo perché è un incredibile aiuto per migliorare la propria pratica e in generale per vivere meglio.
Naturalmente consiglio a qualunque praticante di yoga di leggere questo testo. Nel corso degli anni ci sono stati numerosi yogi che hanno scritto commentari su questa opera per aiutare a capire meglio gli insegnamenti di Patanjali.
Ne consiglio alcuni:
- Commento agli yoga sutra di Patanjali (di B.K.S Iyengar) ( lo trovi anche recensito in questa pagina)
- Yoga sutra. Il più antico testo di yoga con i commenti della tradizione (di Scarabelli e Vinti)
- La scienza dello yoga. Commento agli yoga sutra di Patanjali (di I. K. Taimni)
- Yoga: la scienza dell’anima: Commenti ai sutra sullo yoga di Patanjali (di Osho)
Se invece vuoi dare un occhiata ad altri libri sullo yoga, in questa pagina puoi trovare quelli che a me sono stati più utili con le loro recensioni.
Conclusioni
Anche se tutto quello che si sa su di lui è leggenda, il contributo che Patanjali ci ha lasciato non ha prezzo e da più di 2000 anni le sue parole aiutano tutti i praticanti di yoga ad ottenere la salute fisica, la forza mentale e la crescita spirituale.
Così come sono stati un punto di riferimento per tutti i ricercatori spirituali fino ad ora, lo saranno anche nei secoli che verrano.
Spero che ora, dopo aver letto questo articolo, ogni volta che sentirai questa parola ti ricorderai chi è Patanjali, della sua leggenda, perché è così importante e perché viene anche definito il padre dello yoga.
Se questo articolo ti è piaciuto e ti è stato utile per saperne un po’ di più sulla vasta tradizione dello yoga, condividilo sul tuo social network preferito utilizzando i pulsanti qui sotto. Sicuramente sarà utile a chi ancora non conosce Patanjali. Per me è anche un piccola ricompensa per il lavoro fatto a scriverlo.
Grazie mille e namaste ;-)
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*Immagini tratte da Bigstock