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Brahmacharya: castità e controllo dell’energia per raggiungere Brahma

da | Lug 1, 2018

Se pratichi da tempo ed hai già letto qualche libro su sullo yoga, molto probabilmente avrai già trovato la parola Brahmacharya.

Vero?

E’ il quarto yama che troviamo negli yoga sutra di Patanjali ed è fondamentale conoscerlo per qualsiasi praticante di yoga.

Spesso questo termine viene tradotto semplicemente come castità, celibato o continenza, il che rende questo principio non particolarmente amato dai praticanti occidentali. :-D

Questa definizione a mio avviso non è la migliore in quanto può essere adatta solamente a chi sceglie di seguire un tipo di vita monastico. Per tutti gli altri praticanti di yoga invece,  Brahamacharya assume altri significati.

Se vuoi scoprirli ti invito a leggere fino in fondo questo articolo dove ti spiegherò come secondo me questo yama dovrebbe essere interpretato.

Buona lettura!


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Che cosa è Brahmacharya

Che cose Brahmacharya

Gli antichi rishi dividevano la vita in quattro parti di cui i primi venti anni erano rivolti ad acquisire la conoscenza e questo è quanto veniva indicato come Brahmacharya.

L’essenza di brahmacharya è la dedizione a ciò che stai facendo senza rincorrere il piacere, poiché questo rende infatti impossibile acquisire la conoscenza.

Durante questo periodo della vita i fanciulli e i ragazzi seguivano una stretta disciplina che comprendeva oltre allo studio, la devozione, le pratiche di purificazione e il celibato.

Il celibato era inteso necessario per non far disperdere le proprie energie e potersi dunque dedicare allo studio, alla vita spirituale, alla crescita individuale e alla conoscenza di sé.


Le fasi di vita dei brahmacharin

Bramacharyn

Le altre fasi della vita secondo gli antichi rishi, avevano ciascuna caratteristiche diverse e sancivano le regole che conducevano verso una vita retta e giusta.

La seconda fase andava dai 20 ai 25 anni ed è la fase di ricerca del piacere e della sua sperimentazione.

Dai 25 ai 50 è il tempo delle responsabilità, è il momento di formare la famiglia, fare figli e coltivare il proprio lavoro.

Dai 50 ai 70 anni è il periodo in cui estendere al mondo tutto ciò che hai fatto e che hai conquistato, come se ti dirigessi verso una famiglia allargata nella società e nella vita.


Il celibato

Celibato continenza astinenza

In realtà il senso letterario di Brahmacharya è il celibato: ‘Brahma’ significa infinità, ‘charya’ significa muoversi nell’infinità riconoscendone la vastità.

Ma come già accennato, questo vale soprattutto per chi abbraccia uno stile di vita monastico.

Per tutti gli altri praticanti invece, assume un significato più ampio, cioè muoversi nella vita non solo come corpo fisico, bensì come ‘spazio’ e in questo ritroviamo un tipo di energia affine al celibato, dove non cerchiamo la fisicità, ma dove stiamo progredendo in altri aspetti della nostra vita.

Il sesso è una parte della vita, ma l’ossessione per il sesso è qualcosa che può ostacolare il progresso spirituale.

L’energia di coloro che sono ossessionati dal sesso, è bassa e spesso crea vibrazioni opache, indebolisce la mente e toglie il vigore necessario ad impegnarsi nella vita.

Solitamente un disturbo di questo tipo è correlato con Svadhisthana chakra fuori equilibrio e bisogna lavorare su questo centro se si vuole risolverlo.


Praticare Brahmachrya in occidente

Brahmacharya occidente

Per noi occidentali può risultare un concetto difficile e poco praticabile, ma ciò non toglie che possiamo ugualmente ispirarci ad esso nello yoga e nella vita di tutti i giorni.

Brahmacharya dunque è anche sinonimo di restrizione, astinenza o armonizzazione delle relazioni interpersonali e negli Yogasutra di Patanjali troviamo come definizione «vivere in Dio»: percepire l’essenza divina in ogni esperienza e trasformare ogni nostra azione in un momento sacro.

Questo dona all’esistenza un significato pieno e ci spinge a relazionarci con la vita secondo un diverso punto di vista.

Ma come possiamo rapportare Brahmacharya al nostro di stile di vita moderno? Si tratta semplicemente di contenimento dei costumi sessuali e di moderazione rispetto alla ricerca del piacere fisico?

Per un periodo della vita sarebbe senz’altro bene contenere le nostre abitudini sessuali per poter meglio intraprendere un percorso di trasformazione interiore traendo forza e slancio dall’energia conservata. Ma in seguito sarà possibile vivere una vita completa, spirituale e autentica esprimendo appieno la propria sessualità nelle relazioni affettive, ritrovando il calore della passione e delle emozioni.

Dunque si tratta di essere moderati negli atteggiamenti e al contempo generosi verso se stessi, verso gli altri e l’ambiente.

Del resto gli Yamas non sono divieti, bensì principi esistenziali che guidano ciascuno di noi a conoscere se stesso e la propria natura nelle relazioni con gli altri e con l’ambiente che ci circonda; sono stati di coscienza, atti di responsabilità e disciplina, verità e onestà che ci coinvolgono in prima persona e hanno un enorme influenza sugli altri e sul mondo.

Approfondimenti:


Le provocazioni sessuali

Provocazioni sessuali

Gli yogi riconoscono due tipi di provocazione sessuale:

  • La prima deriva dai costumi sociali. E’ praticamente impossibile navigare su internet senza incontrare immagini o pubblicità provocanti così come è impossibile guidare la nostra auto sia in autostrada che in città senza imbatterci in manifesti e messaggi di richiamo sessuale; questo può causare in noi continui stimoli e accentuare l’interesse verso la sessualità.
  • Il secondo tipo di provocazione viene “stimolata da noi stessi” quando poniamo una particolare attenzione mentale su tutto ciò che ci richiama il sesso; in questo modo non facciamo altro che auto alimentare il nostro interesse che a volte può diventare ossessione.

Se non possiamo gestire le provocazioni che la società continuamente ci impone, possiamo invece gestire le provocazioni che derivano dalla nostra mente e creare la nostra auto disciplina.

Naturalmente per arrivare alla gestione della propria mente c’è bisogno di sviluppare la consapevolezza e una buona dose di forza di volontà che si possono ottenere grazie alla pratica della meditazione.


La natura insegna

La natura insegna

Gli animali seguono il corso della natura ed è la natura stessa che li incita e li invita alla sessualità nei momenti più adatti; gli animali insomma sono allineati con la natura e il loro desiderio sessuale si risveglia in prevalenza durante la primavera e l’estate.

In quanto esseri umani, non viviamo più a stretto contatto con la natura, a parte rare eccezioni e non seguiamo più il ciclo della natura. Abbiamo invece sviluppato abitudini sessuali meccaniche che si adattano alle esigenze della vita moderna, ma non tengono più conto della saggezza insita nelle leggi della natura.

La tradizione yogica cerca di preservare il più possibile i ritmi naturali come per esempio l’alzarsi presto al mattino e il coricarsi presto la sera preparandosi ad un sonno rigenerante, mangiare pasti regolari e limitare gli eccessi.

In questo modo anche il desiderio sessuale si potrà allineare ai ritmi della natura e sorgerà in modo spontaneo e naturale.


La dieta e il celibato

Dieta e celibato

Una corretta alimentazione riveste un ruolo importante per coloro che intendono praticare almeno per una parte della loro vita, il celibato.

Ciò che mangiamo produce effetti diversi nel nostro corpo e nel nostro cervello, effetti che vanno ad influire nel nostro sistema generale e quindi anche nella sessualità.

Alcuni cibi hanno effetti afrodisiaci poiché stimolano direttamente le ghiandole riproduttive e stimolano la nostra passione, come aglio, cipolla, carne, pesce e uova.

E’ importante fare attenzione a ciò che mangiamo, mantenere un regime alimentare moderato, dare preferenza ai cibi satvici (puri) come il latte, la frutta, il grano.

Occorre dedicare all’azione del cibarsi il tempo giusto per poter mangiare con calma in un ambiente rilassato in modo da sostenere con cura il nostro corpo durante il nostro cammino spirituale e durante tutta la nostra vita.

E’ bene suddividere la nostra alimentazione quotidiana in tre pasti di cui il pranzo sarà il più importante e il più completo, la colazione sarà invece il pasto più energico e la cena sarà un pasto leggero e facilmente digeribile poiché di notte il metabolismo rallenta.

Inoltre, includere nel proprio regime alimentare anche qualche giorno di digiuno, aiuta a calmare le emozioni e controllare i sensi, quindi rafforza il nostro intento al celibato.

Per approfondire: L’alimentazione nello yoga: perché essere vegetariani?


Il cammino verso la ricerca spirituale

Cammino spirituale

Brahmacharya rappresenta la volontà interiore necessaria per intraprendere il cammino di ricerca spirituale.

Ciò che dobbiamo fare per perseguire il nostro cammino, presuppone l’andare oltre la soddisfazione dei bisogni materiali per approfondire la nostra vita spirituale.

Durante il cammino abbiamo il compito di alleggerire il nostro bagaglio pieno di ambizioni e desideri per ritrovare la strada delle cose essenziali, rivolgendo lo sguardo verso il sé e verso un ascolto profondo.

Possono essere utili in questo senso pratiche del lasciare andare e meditazioni profonde che ci aiutano a ritornare all’essenza di ciò che siamo veramente.


Conclusioni

In breve Bramacharya significa castità per chi decide di seguire uno stile di vita monastico, ma per tutti gli altri praticanti può essere inteso come non sprecare le proprie energie nella ricerca del piacere e direzionarle verso il cammino spirituale.

Mettere in pratica questo principio significa anche vivere in Dio (Brahama), cioè trasformare ogni azione in un gesto sacro, atteggiamento che rende la vita molto più piena di significato e che permette di vivere uno stile di vita yogico.

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Grazie e namaste! :-D


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*Immagini tratte da Bigstock

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