*Articolo scritto da Chiara Donatini
Quando iniziai a praticare yoga, una delle cose che mi stupì maggiormente fu sicuramente quella di sentire la mia insegnante ripetere spesso “sorridi!”.
Perché mai avrei dovuto sorridere mentre mi trovavo a sudare e soffrire in posizioni che mi sembravano assurde e che mi facevano sentire muscoli che non sapevo di avere?
La risposta mi è arrivata tempo dopo, con parecchia pratica di yoga alle spalle e dopo un numero ancora maggiore di studio e sperimentazione su me stessa, e si trova condensata in una sola parola: santosha.
Indice
Significato di santosha
Santosha è un termine sanscrito, formato da sam (“tutto”) e tosha (“appagamento”, “soddisfazione”): significa, dunque, “totalmente appagato e soddisfatto”. Con santosha si fa dunque riferimento ad uno stato interiore di gioia incondizionata e genuina felicità.
Santosha è il secondo dei 5 niyama, che a sua volta è uno degli otto passi negli Yoga Sutra di Patanjali. Niyama è l’insieme delle attitudini che lo yogi dovrebbe osservare non solo nella pratica, bensì durante tutta la vita: dunque anche lo stato di contentezza e pienezza (santosha), non si riferisce soltanto al tempo dedicato alla pratica sul tappetino, ma si tratta di una norma di condotta morale da mantenere nel quotidiano.
Ma da cosa deriva questo sentimento di totale felicità?
Esso nasce semplicemente dalla gratitudine e riconoscenza per tutto quello che ho già in questo momento: sono immensamente grato/a per la mia realtà, perché già come è adesso è perfetta. In questo preciso momento, ringrazio per il fatto di essere vivo/a, di avere una casa, cibo, acqua, una famiglia che amo e che mi ama, eccetera.
I benefici del sorriso
Ormai è risaputo che mente e corpo si influenzano a vicenda: uno stato di continuo stress mentale, ad esempio, induce rigidità e disagi fisici anche evidenti, così come invece una postura eretta e aperta ti fa sentire più sicuro/a di te. Il cervello non fa distinzione fra immaginazione e realtà, dunque se ci comportiamo come se fossimo felici, facilmente inizieremo a sentirci sempre meglio, proprio perché il nostro cervello indurrà la produzione di serotonina, conosciuto anche come “ormone della felicità”, e di endorfine, che provocano in noi una sensazione di benessere; mentre si ridurranno cortisolo e adrenalina, che sono i principali responsabili di stress e ansia.
Il sorriso è dunque associato ad uno stato mentale di calma, soddisfazione, amore e gioia: se sorridiamo, automaticamente influenziamo il nostro sistema e lo mettiamo in condizione di farci sentire emotivamente, emozionalmente e mentalmente bene, anche se stiamo solamente fingendo di sorridere. Nel giro di breve tempo la finzione diventerà realtà e ci troveremo ad essere davvero in uno stato rilassato e appagato.
Tenere il broncio coinvolge ben 72 muscoli, mentre sorridere solamente 12. Da ciò si evince che essere tristi e/o arrabbiati è energeticamente più dispendioso che restare in una condizione rilassata.
Lo stress mentale, come abbiamo visto, porta ad uno stress fisico, e viceversa: se sorridiamo permettiamo infatti ai nostri muscoli di essere più elastici e doniamo quindi al nostro corpo maggiore flessibilità e apertura, condizione che risulta particolarmente favorevole per predisporci fisicamente alla nostra pratica yoga.
Il sorriso durante la pratica yoga
Sorridere durante la pratica, con uno stato interiore che rispecchia il concetto di santosha, è importante perché ti permette di uscire dall’ansia da prestazione, dal volere tutto e subito, da emozioni pesanti come rabbia e frustrazione perché pensi di non riuscire o non ti senti sufficientemente bravo/a. Sorridendo la tua pratica sarà espressione della tua pienezza e perfezione.
Nello yoga non è importante la destinazione, bensì cosa provi durante il viaggio: non si tratta, infatti, di un insieme di posizioni con il solo scopo di fare sport, restare in forma, dimostrare la tua bravura ed elasticità, ma si tratta di muovere l’energia della vita (il prana) all’interno del corpo, di aumentarne il voltaggio e modellare il corpo affinché possa contenerne sempre di più e con un voltaggio ogni volta maggiore.
Per questo è importante avere un atteggiamento di profondo rispetto e gratitudine verso il nostro corpo: dopotutto, ci sta permettendo di aprirci a più energia, più abbondanza, più vita… non è cosa da poco!
Inoltre, facilmente si tratta di confrontarci con movimenti e posizioni a cui non siamo abituati, perciò diamo del tempo ai nostri muscoli affinché si allunghino e rinforzino. Dobbiamo anche tenere a mente che, anche se non raggiungiamo la perfezione dell’asana al pari nostro insegnante, l’energia si muove e lavora comunque e, anzi, le stiamo dando modo di espandersi sempre più e rimuovere tutti i blocchi che ci impediscono di accedere al nostro pieno potenziale.
Sorridere durante lo yoga (con la consapevolezza dell’atteggiamento mentale di santosha), ti aiuta a portare la pratica ad un livello ancora più profondo e spirituale: stai onorando te stesso ed il tuo corpo e stai dicendo che già così come è è perfetto, qualunque siano il tuo livello e la tua condizione psicofisica. Nutrire il tuo corpo con compassione, amore e rispetto è fondamentale per onorare la forza della vita che scorre in te e che tu stesso incarni.
Infine, aggiungo che avere un’attitudine di santosha ti porta ad un naturale non attaccamento al risultato e ti permette di sperimentare un naturale stato di pienezza e soddisfazione che viene dall’interno e prescinde da qualunque evento esterno.
Risultato?
Zero stress, zero ansia da prestazione, zero competizione con gli altri (e soprattutto con te stesso), migliore godimento del viaggio dentro di te attraverso la pratica dello yoga, maggiore soddisfazione e serenità… il resto sperimentalo tu stesso!
Santosha nel quotidiano
Come abbiamo già visto, il concetto di santosha non si riferisce solo ed esclusivamente alla pratica dello yoga, bensì a tutta la vita. Anzi, ti dirò di più: è una delle chiavi che ti permettono di aprire le porte dell’abbondanza.
Riconoscere che ogni cosa nella tua vita è perfetta così come è e ringraziare per ciò che hai già ti fa sintonizzare sulla frequenza della Gratitudine: dal momento che l’Universo agisce come una cassa di risonanza, se vibri alla frequenza della Gratitudine, chiamerai a te come un magnete mille e uno buoni motivi per cui essere grato/a. Funziona esattamente come una radio: se vuoi ascoltare Radio X, quello che devi fare è sintonizzarti sulla sua frequenza.
Questo meccanismo vale sia per emozioni ad alta frequenza (gioia, gratitudine, amore, pace, felicità…) che a bassa frequenza (rabbia, senso di colpa, vittimismo, tristezza, vergogna…).
Hai presente quando andavi a scuola ed eri convinto che il professore ti avrebbe chiamato per interrogarti e puntualmente questo era ciò che accadeva?
In termini semplici e semplicistici è proprio quello che si verifica costantemente: chiami a te tutto ciò che vibra alla tua frequenza, sia in termini di persone, cose e situazioni. Perciò presta attenzione alla tua vibrazione, perché determina la tua frequenza e quindi ciò che arriverà a te per risonanza.
Non dimentichiamo poi che avere un costante senso di pienezza e contentezza per la perfezione di ogni cosa nella mia vita (e della mia vita stessa!) fa sì che io sia il creatore consapevole della mia realtà, poiché mi ricorda che sono il solo responsabile della creazione della mia vita: come mi sento non dipende da altri se non da me stesso, sono io che decido di essere felice oppure no. Significa quindi non attaccamento a cose, persone e situazioni e, di conseguenza, non delego la mia felicità a nessun altro se non a me stesso.
Esercizio di santosha
Ho sperimentato varie volte questa pratica veloce ma efficace e te la consiglio perché ha dei risultati veramente veloci e sorprendenti.
Al mattino, appena ti svegli, ringrazia per almeno 10 cose che hai già nella tua vita e per le quali sei riconoscente. Inizialmente ti potrà apparire un numero troppo alto, ma una volta che avrai iniziato a ringraziare per tutto ciò che generalmente dài per scontato (“grazie per l’aria, grazie per l’acqua, grazie per il cibo, grazie per la casa, grazie per i miei vestiti…”) ti renderai conto che la lista è molto lunga e che un ringraziamento tira l’altro. Potresti anche sorprenderti a terminare l’esercizio con il sorriso e una grande carica.
Sono certa che ci prenderai gusto in fretta, la tua lista di ringraziamenti si farà sempre più numerosa e vedrai che la tua giornata inizierà con una frequenza diversa ed il tuo umore ne trarrà grande beneficio, senza contare il fatto che ti metterai nelle condizioni di chiamare a te altra Gratitudine, aprendoti a ricevere più abbondanza nella tua vita. Sarai sempre più amorevole e riconoscente perché riuscirai a vedere che ogni cosa è un dono.
Grazie per la tua presenza e attenzione, ricordati di sorridere!
Chiara
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Grazie e namaste!
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