Quando è stata l’ultima volta che ti sei arrabbiat@? Ne sei stat@ consapevole o hai lasciato che la rabbia prendesse il sopravvento?
Capita a tutti di avere dei momenti in cui si prova rabbia, sia da adulti che da bambini, è normale.
Hai mai visto un bebè che non vuole mangiare o fare qualcosa e manifesta questo stato lanciando oggetti o urlando?
Questo perché la rabbia è una delle emozioni innate e ce la portiamo dietro per tutta la vita.
Anche se è del tutto naturale, se non sei consapevole di questa emozione prenderà il sopravvento, ma se lo sei, puoi controllare l’ira e imparare a reagire diversamente.
Lo yoga e la meditazione sono un modo sicuramente molto efficace per combattere la rabbia e molte persone grazie alla pratica vivono ora molto più serenamente.
In questo articolo scoprirai cos’è la rabbia, da dove nasce, come lo yoga ti può aiutare e alcune pratiche utili per vincere questa emozione.
In un dibattito, l’istante in cui sentiamo la rabbia abbiamo già smesso di lottare per la verità ed abbiamo iniziato a lottare per noi stessi.
Buddha
Buona lettura…
Indice
Che cos’è la rabbia
La rabbia è un’emozione molto importante e la psicologia ne indaga da sempre le sue forme e i suoi contenuti per capire come funziona e trovare nuovi metodi per combatterla.
Questa scienza ha osservato che le espressioni facciali della rabbia sono le stesse in tutte le culture:
- i muscoli facciali si tendono,
- si mostrano i denti come gli animali quando vogliono intimorire l’avversario,
- la muscolatura si irrigidisce,
- la giugulare comincia a pulsare,
- il viso si arrossa per un aumento della pressione,
- la voce si modifica,
- inoltre, quando si è arrabbiati, tutto il sistema simpatico viene attivato e si vedono anche gocce di sudore sulla fronte.
La psicologia studia anche i modi in cui la rabbia si manifesta, poiché spesso essa non è solo quella espressa, ma viene nascosta da altri atteggiamenti.
Da un lato si può manifestare con una crisi in cui si lanciano piatti e bicchieri sul pavimento, dall’altro invece può manistarsi in modi più sottili e si nasconde sotto false spoglie, per esempio con un falso sorriso che è invece, un digrignare i denti.
La cultura ha apportato migliorie nella vita degli esseri umani, ma ha anche inibito il modo in cui vivere le emozioni, così la rabbia ha preso una connotazione esclusivamente negativa, inibendone le modalità espressive.
Proprio per questo motivo ha cominciato a mascherarsi.
Allora si può avere un atteggiamento magari impaziente, si fanno atti inconsapevolmente aggressivi o, come abbiamo accennato prima, fare un sorriso al capo perché ci si è sentiti umiliati, mentre si vorrebbe digrignare i denti
Spesso la rabbia viene coperta e poi coperta ancora fino a che, quando esplode, può diventare pericolosa per sé stessi e per gli altri.
Dietro la rabbia, la psicologia e le più odierne neuroscienze, hanno dimostrato che spesso c’è una reazione alla frustazione.
Wilhelm Reich (1897- 1957) allievo di Sigmund Freud, diceva che la rabbia è un’emozione secondaria rispetto alla frustazione, e che la frustazione viene dal dolore, dal mancato soddisfacimento di un nostro desiderio, cioè dall’impossibilità di raggiungere il piacere.
Quindi la rabbia, in fondo, maschera il dolore.
Ma da dove ha origine questa emozione?
Andiamo a scoprirlo.
Da dove nasce l’ira
La psicologia, ma anche altre scienze come l’antropologia e la sociologia, hanno studiato la rabbia e ne hanno trovato un’antica origine.
Essa nasce da una reazione primordiale, cioè un’azione di attacco-fuga, che viene attivata nel nostro cervello rettiliano.
Quando ci troviamo in una situazione reale di pericolo la rabbia che insorge serve per preparare il corpo e la mente al combattimento.
Senza di questa non saremmo in grado di affrontare delle sfide.
Dunque la rabbia nasce come modalità che permetteva all’uomo la conservazione della specie e come tale, era una reazione conservativa da una reale minaccia, quindi non negativa affatto.
Letto bene?
Reale minaccia!
Infatti solo quando la rabbia è reale può essere positiva, quando invece questa è immaginaria e creata solamente dalla mente è da considerare negativa.
Il problema è che nella maggior parte dei casi la rabbia non è reale ma è l’immaginazione a crearla e a renderla più grande di quello che effettivamente è.
Ma perché lo yoga ti può aiutare?
Andiamo a scoprirlo…
Come lo yoga e la meditazione ti possono aiutare per combattere la rabbia
Grazie allo yoga e alla meditazione puoi rivolgere lo sguardo all’interno di te stesso e vedere che in molti casi siamo schiavi dei nostri pensieri.
Nella maggior parte dei casi in cui la rabbia si manifesta è causata da situazioni non reali create dalla nostra mente che purtroppo non riusciamo a controllare.
Questa ha la tendenza di ingigantire tutto quello che ci passa per la testa e così spesso succede che ti ritrovi eccessivamente arrabbiato per qualcosa che non ne vale la pena.
Non solo.
A volte succede che ti porti questa emozione dietro per tutta la giornata e la rabbia provocata da una situazione finita non ti fa vivere serenamente altri momenti della giornata.
Non è vero?
La pratica dello yoga e della meditazione ti permette di vedere sul tuo stesso corpo che qualsiasi emozione, in questo caso la rabbia, ha la caratteristica di insorgere e di svanire.
Ma per far si che svanisca, prima di tutto bisogna sviluppare la consapevolezza che permette di vederla chiaramente e poi non bisogna reagire, altrimenti l’ira prende il sopravvento e finisce con il durare molto più di quanto durerebbe se non la lasciassi andare.
Naturalmente per essere consapevoli della propria mente c’è bisogno di molta pratica.
Andiamo ora a vedere alcuni esercizi che ti possono aiutare se ti arrabbi eccessivamente e troppo spesso.
Per approfondire leggi anche questo articolo: Lasciare andare è un arte che si può apprendere: ecco come!
Posizioni yoga per ridurre la rabbia
La rabbia è una delle emozioni più difficili da gestire, una volta che ci sei dentro è davvero complesso controllarsi.
Complesso sì, ma non impossibile: anche nel controllo della rabbia, come per le altre emozioni, lo yoga ti può venire in aiuto.
Di seguito trovi alcuni asana per sconfiggere la rabbia.
Shashankasana
La parola sanscrita “shashank” significa “luna”, deriva da due parole, “shash” che significa “lepre” e “ank” che significa “grembo”. In India la popolazione vede nelle macchie scure della luna piena, la forma di una lepre con la luna in grembo. La luna simboleggia pace, calma ed emette vibrazioni calmanti e rasserenanti.
Questa posizione è anche conosciuta come Darmikasana, la posizione della devozione.
Shashankasana ha un effetto calmante, rinfrescante e aiuta ad eliminare la rabbia.
- Siedi in Vajrasana, con i palmi delle mani sopra le ginocchia, chiudi gli occhi e rilassati mantenendo dritta la colonna vertebrale e la testa.
- Mentre inspiri, solleva le braccia in alto, tenendole distese e alla stessa larghezza delle spalle.
- Espira mentre pieghi il tronco in avanti dal bacino, mantenendo le braccia e la testa dritte ed in linea con il tronco.
- Al termine del movimento le mani e la fronte dovrebbero appoggiarsi al pavimento davanti alle ginocchia. Se è possibile, le braccia e la fronte dovrebbero toccare il pavimento nello stesso momento.
- Piega leggermente le braccia per rilassarle completamente e lascia i gomiti appoggiati sul pavimento.
- Mantieni la posizione per un minimo di 10 respiri profondi
Paschimottanasana
Questa posizione allunga i muscoli posteriori delle cosce, aumenta la flessibilità nelle articolazioni dell’anca e stimola la circolazione verso i nervi e i muscoli lungo la colonna vertebrale.
Tonifica e massaggia l’intera zona addominale e gli organi interni. Allevia i disturbi del sistema uro-genitale.
Aiuta anche a lasciar andare la rabbia, donando un profondo rilassamento.
- Siedi sul pavimento con le gambe allungate in avanti, la schiena perpendicolare al pavimento, i piedi uniti e le mani sulle ginocchia. Questa è la posizione di partenza.
- Inspirando porta le mani più in alto che puoi e flettiti in avanti, iniziando dalle anche. Cerca di afferrare gli alluci con le dita e i pollici. Se non è possibile, afferra i talloni, le caviglie o qualsiasi parte della gamba che riesci a raggiungere comodamente.
- Rilassa la schiena e mantieni le gambe tese e utilizzando i muscoli delle braccia, inizia a piegare i gomiti e a portare il tronco verso le gambe , mantenendo la presa sugli alluci, i piedi o le gambe.
- Mantieni la posizione per 10 respiri profondi fin quando ti è comoda.
- Infine ritorna nella posizione di partenza.
Ricordati che non è importante toccare con la fronte le ginocchia ma l’allungamento dovrebbe essere in avanti verso i piedi. Cerca di mantenere il petto aperto anche durante il piegamento.
Per approfondire leggi anche Come fare Paschimottanasana, il piegamento in avanti da seduti
Savasana, la posizione del cadavere
Questa posizione rilassa tutto il sistema psico-fisiologico e quando si è completamente rilassati molte emozioni scompaiono, quindi in questo caso la rabbia lascia il posto a una sensazione di benessere.
L’ ideale sarebbe praticarla dopo esercizi dinamici (magari dopo il saluto al sole, il saluto alla luna o i 5 riti tibetani) alla fine della tua pratica e quando ti fisicamente e mentalmente stanco.
- Sdraiati supino sul pavimento, con le braccia lungo i fianchi a circa 15 centimetri dal corpo, il palmo delle mani è rivolto verso l’ alto. Se ti senti particolarmente scomod@ con la testa a terra metti un cuscino sottile o una coperta ripiegata, ma è sicuramente preferibile praticarla senza supporto. Lascia che le dita siano rilassate.
- Separa leggermente i piedi in una posizione comoda e chiudi gli occhi. La testa e la colonna vertebrale devono essere in linea retta. Assicurati che la testa non ricada lateralmente o indietro.
- Rilassa tutto il corpo e interrompi ogni movimento. Diventa consapevole del respiro naturale.
- Diventa consapevole della mano destra e rilassala, poi del polso destro, del gomito, dell’ascella, del fianco, del gluteo, coscia, ginocchio, polpaccio, tallone, pianta del piede e rilassali ad uno ad uno. Poi passa al lato sinistro del corpo e tutte le parti della testa e del tronco.
- Assicurati che ogni parte del corpo sia rilassata, senti che ogni parte si fonde col pavimento. Ripeti l’intero procedimento alcune volte e si elimineranno tutte le tensioni.
- Solitamente si pratica 5 minuti di rilassamento ogni circa 30 minuti di pratica ma non è una regola fissa. Senti il tuo corpo e rimani in Savasana quanto ne ha bisogno.
Se vuoi saperne di più su Savasana leggi questo articolo, invece se vuoi approfondire gli allineamenti, le varianti ed i benefici delle posizioni ti invito a dare un’occhiata a YogaAsana, la guida alle posizioni base dello yoga.
Meditazione per eliminare la rabbia
Una pratica molto efficace per eliminare la rabbia è la meditazione sulle emozioni di origine tantrica, questa si basa sul riconoscere che ogni emozione, bella o brutta che sia, è energia di cui puoi beneficiare.
Ecco come farla:
- Siediti comodo o in una posizione meditativa e chiudi gli occhi.
- Porta l’attenzione al flusso respiratorio che arriva nel centro del cuore.
- Entra nello spazio del cuore. Inspirando lascia che si espanda. Espirando lascia che si ammorbidisca.
- Mantenendo la consapevolezza in questo spazio, ricorda una situazione che riporti un sentimento di rabbia. Se non ci sono situazioni attuali, ricorda un’esperienza passata.
- Mentre l’emozione è nella tua mente, abbandona i pensieri che la riguardano e focalizzati solo sull’energia, sulla sensazione che dà all’interno del corpo.
- Vedi dove va a depositarsi e mantieni il tuo sentire nello spazio del cuore.
- Stai con l’emozione, lascia che si espanda, che penetri in ogni tua cellula. Stai fino a che l’energia della rabbia non si dissolva nella consapevolezza.
- A questo punto goditi la pace che segue.
Per saperne di più sulla meditazione leggi anche:
- Come meditare
- Libri sulla meditazione
- Meditazione: cos’è, come praticarla e i suoi benefici
Un metodo pratico per eliminare la collera dalla tua quotidianità
Ci sono delle situazioni in cui sembra proprio inevitabile arrabbiarsi; in effetti, come tutte le emozioni, la rabbia non va repressa, ma trascesa.
Ogni emozione è una reazione interpretativa dell’ego e per trascenderle bisogna essere in uno stato di equilibrio, di distacco e raggiungere l’assenza di dualità.
Lo yoga insegna che bisogna innanzitutto riconoscere e comprendere l’emozione e, successivamente, disedintificarti da essa.
Naturalmente per riconoscerla è fondamentale essere radicati nel presente, nel “qui ed ora”.
Eckart Tolle nel famoso libro “il potere di adesso” spiega il modo per vivere pienamente e più consapevolmente il momento presente.
- Ogni volta che insorge la collera focalizza l’ attenzione sulla sensazione dentro di te e cerca di vedere cosa provoca sul tuo corpo, sul tuo respiro e sulla tua mente. Se perdi facilmente la concentrazione puoi usare il respiro come ancora per restare nel presente. Ogni volta che ti rendi conto che la tua mente è andata da un’altra parte concentrati per qualche minuto sul respiro e poi ricomincia a sentire le sensazioni che l’ira causa.
- Riconosci che si tratta del corpo di dolore, ossia di tutto il tuo vissuto che riemerge.
- Accetta la sua esistenza e, cosa più importante:
- Non essere attaccato alla storia dell’io, me, mio.
- Non lasciare che la sensazione diventi pensiero.
- Non giudicare. Osserva oggettivamente.
- Non reagire come hai sempre fatto, si equanime.
- Sii presente e continua a essere l’osservatore di ciò che accade dentro di te.
- Diventa consapevole non soltanto del dolore emozionale, ma anche di colui che osserva. Se osserverai a lungo noterai che l’emozione si placherà e scomparirà.
- Infine, una volta che l’ira se n’è andata, puoi decidere liberamente la tua reazione. In questo caso la reazione non sarà più istintiva e controllata dalla rabbia stessa ma sarà un’azione meditata, sicuramente migliore della precedente.
Se vuoi imparare a vivere maggiormente il presente ti consiglio di leggere Il potere di adesso dove viene spiegato chiaramente quanto sia importante vivere nel qui ed ora e come riuscirci. A me è stato molto utile.
Conclusione
Abbiamo visto che la rabbia è un’emozione primordiale, dunque è importante non giudicarla come “negativa”, ma va ascoltata e osservata, per conoscere da dove viene e soprattutto, cosa maschera.
Una volta compreso e accettato il dolore che la provoca, se non si reagisce istintivamente e la si osserva, la rabbia comincerà ad affievolirsi.
Attraverso una pratica regolare dello yoga e della meditazione puoi prendere più consapevolezza di te stesso, delle tue dinamiche interiori e trascendere questa emozione che può diventare limitante, usandone la sua energia in modo costruttivo.
Prima di salutarti di consiglio i seguenti testi grazie ai quali ho appreso molto sulla rabbia. Se vuoi saperne di più su questa emozioni dagli un’occhiata.
- Spegni il fuoco della rabbia di Thich Nhat Hanh
- Il benessere emotivo di Osho
- Manuale di un monaco Buddhista per abbandonare la rabbia di Ryūnosuke Koike
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