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Fare di più e aspettarsi di meno

da | Mag 31, 2023

Molto spesso mi ritrovo a parlare con praticanti che si aspettano tantissimo dalla pratica. E’ giusto questo atteggiamento? Quanto bisogna praticare e cosa dobbiamo aspettarci di ottenere?

Scopriamolo insieme.

Una delusione evitabile

Aspettarsi tanto dalla pratica porta sicuramente a continue delusioni. Prima di tutto perché ciò che ci si immagina di ottenere è sempre diverso dalla realtà e poi perché i doni dello yoga spesso sono sottili e non vengono colti immediatamente.

Ci si aspetta di fare meglio una posizione e invece si diventa consapevoli di un nostro condizionamento. Ci si aspetta di rilassarsi e invece quel giorno la pratica è faticosa.

Non avere aspettative

E’ molto più benefico invece lasciare andare le aspettative. Queste riempiono la mente di false speranze e paure infondate perciò bisognerebbe coltivare l’apertura a quello che viene. I risultati che si ottengono dipendono da numerosi fattori incontrollabili.

Un atteggiamento secondo me molto più benefico da adottare sarebbe esattamente l’opposto: dare tanto e aspettarsi poco.

In questo modo, invece di concentrarsi sul futuro e sull’aspettativa ci si concentra sul presente, e di conseguenza si fa nella pratica tutto quello che si può. Si cerca di praticare il più a lungo possibile, costantemente e con massima concentrazione.

Focalizzati sul qui ed ora facendo tutti i giorni del tuo meglio e lascia andare le aspettative, i risultati, i progressi.

Tutto questo appartiene al futuro sul quale non si ha controllo.

Inoltre, non avendo aspettative, si è contenti di quello che arriva e si apprezzano molto di più tutti i piccoli grandi benefici della pratica.

Fare il massimo

Molti praticanti mi dicono che sono contenti di praticare ad esempio 1/2 volte alla settimana, magari seguendo un video breve su YouTube.

E la mia risposta spesso è questa: e che ci fai con questo poco tempo?

Può essere un buon inizio ma assolutamente no un traguardo.

Lo yoga mira all’introspezione, alla trasformazione e alla liberazione della persona e tutto arriva pian piano se gli si dedica tempo.

Certo, può essere usato anche come pratica una volta ogni tanto per rilassarsi ma questo atteggiamento sminuisce moltissimo questa disciplina perché è molto di più.

So bene che tutti noi abbiamo numerosi impegni, il lavoro, la famiglia etc… ma fino a quando vogliamo rimandare il nostro benessere e la nostra salute? Come si può stare meglio se non facciamo niente, o quasi, per starci?

Cambiare la mente, autoconoscersi profondamente, sradicare le abitudini negative e liberarsi dai catene interiori bisognerebbe è un vero e proprio lavoro, il cosiddetto “lavoro interiore”.

Bisogna imparare a fare il massimo e con questo intendo essere il più costanti possibile. Va benissimo iniziare praticando ogni tanto ma pian piano la pratica dovrebbe arrivare ad essere quotidiana. Aprire il tappetino dovrebbe diventare un gesto quotidiano, così come lo è mangiare, farsi la doccia, andare a lavoro etc.

Una sana e semplice abitudine che però poi porterà grandi benefici in molte aree della vita.

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